Futuro prossimo

RELAZIONE

Corso di aggiornamento per insegnanti

“FUTURO PROSSIMO,
NUOVE PROSPETTIVE PER IMMAGINARE LA SCUOLA DI DOMANI”

Genova, 24-25-26 ottobre 2014

Festival della Scienza

Docenti

Giovanna Iacono

Emilia Strano

Il corso di aggiornamento per insegnanti “Futuro Prossimo, nuove prospettive per immaginare la scuola di domani” inserito nelle manifestazioni del Festival della Scienza di Genova ci ha viste impegnate dal 24 al 26 ottobre 2014, mediamente dalle ore 09:00 alle ore 18:30.

Il progetto ci ha dato la possibilità di entrare in contatto con personalità di alto profilo che hanno presentato i risultati di ricerche e sperimentazioni significative realizzate in Italia e all’estero.

Il corso si è aperto con la presentazione de “Il progetto ESABAC: cooperazione italo-francese, motivazione e condivisione di valori comuni” da parte di Benedetto Maffezzini (Referente progetto ESABAC, USR Liguria) e Claudie Pion (addetta di cooperazione per il francese presso l’Ambasciata di Francia in Italia, responsabile per Lombardia, Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta ed incaricata del programma ESABAC nel nord-ovest). Il doppio diploma, che gli studenti delle scuole secondarie di II grado conseguono, rappresenta una marcia in più, un’opportunità in più che dovrebbe essere incentivata già a partire dalla secondaria di I grado.

Il Presidente dell’Associazione Treelle di Genova, Attilio Oliva ha relazionato su “La valutazione degli insegnanti, esperienze internazionali e italiane” e in particolare su “Valorizza“, un progetto di valutazione degli insegnanti basata sul “merito per reputazione”. Il relatore si è sottratto al dibattito-confronto richiesto dai partecipanti che nella tesi presentata hanno visto i concetti più contraddittori  e ambigui presenti nel testo ministeriale “La Buona Scuola”.

Il dott. Mario Dutto, (esperto di Educazione, membro del comitato scientifico dell’università cattolica) ha riportato l’attenzione sul “successo e insuccesso” della scuola italiana. Questi concetti trovano una ragion d’essere nella logica dei test e dei punteggi, per questo, parafrasando il titolo di un suo libro, il dott. Dutto afferma che occorre dare “acqua alle funi”, cioè qualità ed investimenti per evitare il fallimento.

Il professore di pedagogia sperimentale dell’università di Padova, Graziano Cecchinato è intervenuto su “flipped classroom: innovare la didattica nell’ecosistema digitale” fornendo una sitografia su tale metodologia. Il prof. Cecchinato evidenzia come l’avvento di internet e della multimedialità abbia rappresentato una rivoluzione tecnologica intellettuale come già lo erano stati il libro e la stampa. La lezione è un ascolto passivo, senza feedback per i nativi digitali, che arrivano a scuola già con un bagaglio di conoscenze. Si tratta di un apprendimento esperenziale, simbolico-costruttivo, chiamato apprendimento informale con il quale deve fare i conti l’apprendimento formale della scuola. Dall’esperienza di Salman Amin Khan e dal conseguente utilizzo dei media per motivi pratici, si sviluppa la metodologia della “flipped classroom”. Tale strategia, quando usata ha dato buoni risultati modificando anche l’atteggiamento degli studenti nei confronti dei doveri scolastici. Sotto la supervisione discreta del docente che progetta, seleziona siti e materiali vari, che registra la spiegazione, gli studenti, a casa, attivano il processo di apprendimento, e in classe, producono e rielaborano conoscenze e abilità.

A questo “elogio” della tecnologia, il prof. Carlo Ossola (professore al college de France e all’università svizzera italiana) contrappone l’elogio della lezione frontale, dell’insegnamento verso gli alunni e non tramite la tecnologia, ma tramite il libro, il libro di qualità. Il professore, infatti ritiene che i testi in commercio siano di scarsa qualità, che abbiano poco spessore intellettuale. Fa notare che il dibattito in atto riguarda le modalità di fare scuola, egli, invece, invita a concentrarsi sulla finalità che consiste nell’educare alla libertà di chi esiste e che ha in sè tanti valori, la loro esplicitazione comporta uno stupore dialettizzato del docente, pronto ad intervenire per altre meravigliose rivelazioni. Compito della scuola allora è armonizzare tali valori, tali libertà per giungere a ciò che è definito “oness”, o per dirla come Dante, “de l’etterno piacere, al cui disio ciascuna cosa qual ell’è diventa” 1.

Il secondo giorno è aperto dalla relazione “La scuola del futuro” di  Claudia Mandrile (vice direttore della Fondazione per la scuola della Compagnia di San Paolo). La scuola del futuro non può prescindere da un’analisi della società attuale, globale, complessa e accelerata. Il rapporto dell’istituto IARD2 2007 rivela dati preoccupanti sulla distonia tra vita dentro e fuori la scuola, il declino della fiducia verso le istituzioni, le banche, la politica, ma soprattutto la scarsa progettualità dei giovani verso il futuro e la noia rilevata è un vero segnale di allarme. In questo contesto il sapere diventa ancora di più una risorsa strategica e la scuola, oltre ai vecchi problemi, deve fronteggiare nuovi bisogni, adottare nuovi modelli relazionali, nuovi strumenti, stimolare nuovi modi di apprendimento, nuovi contenuti e soprattutto un apprendimento lifelong, permanente, per cercare di soddisfare le aspettative in una società digitale. La relatrice cita anche il progetto del “book in progress” con scuola capofila l’ITIS “Majorana” di Brindisi che denota come la tecnologia sia una risorsa per migliorare l’apprendimento e fornisce una risposta al problema del caro-libri.

La relazione seguente del prof. Maurizio Viroli (professore presso l’università della svizzera italiana e la university of Texas e professore emerito della Princeton university) su “Chi sono gli sconfitti nella storia d’Italia?” pone l’accento sull’educazione alla cittadinanza. Nonostante la grande importanza attribuita a tale argomento, l’Italia è un paese con scarso senso della patria (rispetto ad altri paesi come gli USA) e la scuola, dolente o nolente, poco fa  per formare cittadini consapevoli del proprio ruolo, dei propri diritti e doveri. Egli sostiene che la scuola deve insegnare ad usare quelle che lui definisce “ragione empirica, morale e strumentale”; deve stimolare l’amore per il vivere libero e la repulsione per il vivere servo. Nella pratica la trasversalità dell’educazione alla cittadinanza non ha riscontro e tutto si riduce nell’esempio dei docenti.

La prof.ssa Marchisio dell’università di Torino presenta il progetto nazionale per la matematica, indirizzato alle scuole secondarie di II grado, che utilizza una piattaforma integrata: moodle+suite maple+e-tutoring.

La prof.ssa Brusoni del liceo Pascoli di Firenze, nel tentativo di presentare un rapporto di autovalutazione delle scuole, concretamente ha mostrato un’analisi dei risultati INVALSI di una sola delle sue classi. Il nostro intervento invece ha fatto capire alla platea che il rapporto di autovalutazione (come quello realizzato dal nostro istituto) riguarda tutte le classi e la scuola nel suo insieme.

Nel pomeriggio sono state condivise delle esperienze scolastiche italiane e straniere.

Le professoresse Aloatti e Viscusi, rispettivamente docenti di matematica e italiano dell’istituto Bosso di Torino, presentano la loro entusiasmante esperienza di Flipped Class inserita nel progetto cl@ssi 2.0, con la quale sono riuscite a motivare e interessare studenti e famiglie.

La prof.ssa Delfino ha presentato la sperimentazione della sua scuola di servizio (Don Milani di Genova), inerente al reclutamento (la scuola assume con un bando pubblico per 2 anni di prova) e valutazione (alla fine del periodo di prova si è valutati e si può essere licenziati o confermati). In tale progetto le competenze tecnologiche dei docenti sono presupposti di buona didattica e del mantenimento del posto di lavoro.

Albino Zgraggen (segretario generale dell’università della svizzera italiana) ha illustrato il sistema scolastico svizzero (che non ha un ministero nazionale) del cantone italiano basato sulla dualità scuola-lavoro. Dopo l’obbligo scolastico si può scegliere tra formazione  liceale e formazione professionale basata sulla pratica ma che permette ugualmente di proseguire  gli studi in un’alta scuola specializzata. La formazione professionale gode di un’ottima reputazione e non è considerata scuola di serie B.

Il professore P. Calvino del liceo Sella di Biella illustra la “Big Picture Learning”, una sperimentazione che si basa sulla riorganizzazione di tempi e spazi scolastici, che prevede le figure di un advisor e un “mentor” nonché l’elaborazione di un percorso individualizzato sull’esempio di quello americano (l’alunno sceglie i percorsi lezioni da seguire).

Il professore P. Giuseppe Rossi (professore di didattica generale, università di Macerata) ha esposto in modo esaustivo i pregi e le criticità insiti nei test e nella valutazione INVALSI. Tanto le prove sono un ottimo esempio di verifica da poter utilizzare, quanto dubbio e contraddittorio l’uso che ne fa l’INVALSI.

Il terzo giorno inizia con la relazione di  Mauro Boarelli (collaboratore de “gli Asini”, rivista di educazione e intervento sociale) su “Le insidie della valutazione”. La valutazione deve essere connessa all’idea di scuola, pertanto non è né oggettiva o neutrale né standardizzata sulla scia INVALSI. Egli afferma, inoltre, che la parola “offerta” di  POF rimanda a crediti e debiti,  cioè alla logica di mercato  anziché all’esercizio dei diritti degli alunni.

A. Mele (direttore generale Cometa), presenta il “Liceo del Lavoro”, un’esperienza nata dall’affido, che ha permesso la crescita culturale e la riduzione della dispersione in situazione di svantaggio socio-economico e culturale. Per ulteriori informazioni www.puntocometa.org.

L. Ledoux (direttore generale del ministero belga della mobilità, direttore dell’associazione “filosofia e management” Bruxelles) ha illustrato il progetto messo in atto nella regione della Vallonia per ridurre la dispersione scolastica. Il progetto si basa sulla formazione e qualificazione di operatori scolastici per supportare il lavoro degli insegnanti in classe e nelle scuole più problematiche.

Finalmente un po’ di meridione con la prof.ssa F. Migliardo dell’università di Messina e ricercatrice in Francia, quale esempio di eccellenza. La prof.ssa ha elogiato i buoni insegnanti che ha avuto la fortuna di incontrare nel suo percorso scolastico, i quali le hanno istillato l’amore per il sapere.

Infine  Yossi Erlan (director technology in education unit, Tel Aviv), grande ricercatore ma oggi insegnante per scelta, presenta la sua esperienza nell’istituto di tecnologia di Tel Aviv, dove concetti  matematici di non facile comprensione vengono  appresi tramite il gioco e con l’utilizzo delle risorse tecnologiche.

Note

1 Cfr. c. 20 del Paradiso vv.77-78:  per il cui desiderio, dell’eterno piacere, cioè della conoscenza,  trasforma ogni cosa in ciò che deve essere.
2 L’Istituto IARD, fondato nel 1961 da Franco Brambilla e intitolato a suo nome dal 2002, è un ente senza scopo di lucro attivo nel campo della ricerca sociologica e della formazione professionale ad essa collegata. Presente sul territorio nazionale con un’attenzione costante all’evoluzione di atteggiamenti e comportamenti, l’Istituto IARD pone al centro delle proprie attività di ricerca l’osservazione dei fenomeni legati alla condizione giovanile, analizzata sia nei suoi aspetti strutturali, sia all’interno delle proiezioni sociali e dei vissuti individuali.

Sitografia

Approfondimenti sulla “flipped classroom” e altri temi affrontati durante il corso di aggiornamento:

Oltre ai siti risultano  utili le piattaforme sociali per archiviare, salvare, condividere bookmark e organizzare link, quali: